I quadri di Sergio Poggi sono caratterizzati da una pittura di forte impatto emotivo dato dai colori accesi e vivaci ma anche dalle forti tematiche sociali da lui trattate. Egli parte da un grande interesse per il segno inteso come primo mezzo per esprimere la propria soggettività e crea i suoi quadri assecondando una personale pulsione emotiva che sfocia in una comunicazione immediata e sintetica di grande efficacia che è al di là delle convenzioni sociali e rimane predominio dell’istinto in un linguaggio arcaico e primitivo dallo stile semplificato. La sua è una pittura esente da arrovellamenti intellettuali dove le forme sono libere e ingenue, con stilemi dal sapore infantile ma non certo tranquillizzante in quanto c’è sempre in essa un elemento di denuncia sociale. Egli si avvale di un’iconografia fintamente ingenua per denunciare la stupidità della caccia o della Corrida, quadro dove predominano i rossi intensi e diversamente modulati che sono un po’ la sua caratteristica e che ritroveremo spesso nella sua produzione. Anche in “Cataclisma” il rosso predomina, come quello della macchina dei pompieri in primo piano che sembra quella giocosa dei bambini ma in realtà rivela alle sue spalle tutta la drammaticità del momento. Il quadro dei Boxeur richiama quello dell’Arena nel gesto doloroso del toro ucciso così come in quello dell’uomo a terra, e gli spettatori esultanti della Corrida diventano l’uomo in secondo piano nel ring che incarnare una società troppo spesso in tripudio solo per i vincenti. Ancora più allegorica l’opera con la Morte che sovrasta tutta una varia umanità fatta da rappresentanti della Chiesa, da sovrani, da nani e ballerine. Come dire che potete essere ciò che volete ma alla fine venite tutti da me. E qui abbandona i suoi rossi per un’atmosfera più buia a sottolineare la drammaticità della scena. Tutti i suoi dipinti sono connotati da questo forte interesse per l’incongruenza della società di oggi, ma l’artista gioca con noi attirandoci con i suoi colori giocosi per poi, quando ormai siamo dentro al quadro, rivelarci violentemente tutta la stupidità del genere umano.