Gabriella Soldatini nasce a Genova nel 1948. Frequenta il liceo artistico N. Barabino negli anni in cui vi erano docenti del calibro di Bozzano, Bosco, Barbieri, Prampolini e continuando poi gli studi presso l’Accademia Ligustica dove incontrerà artisti che hanno fatto la storia dell’arte genovese della seconda metà del secolo scorso come Zanoletti e Sirotti. La sua quindi è una formazione importante che si rivelerà in tutte le sue tappe evolutive. Quel che colpisce maggiormente nell’arte di Gabriella è l’uso sapiente del colore ereditato dalla madre, artista anch’essa. Nei suoi lavori vi è una grande sensibilità nella scomposizione cromatica soprattutto nelle sue prime opere astratte, fortemente geometriche, dove ogni pezzo campito lega a sé quello successivo in un concatenamento di continue esplosioni di colore. La prima parte della sua produzione la vede quindi sperimentare soluzioni stilistiche diverse rimanendo nell’ambito dell’astrattismo puro e facendo grande ricerca sul colore. Successivamente dalla geometria passa ad una ricerca nuova dove la natura diventa protagonista e dalla quale trae, ancora oggi, continua ispirazione trasferendo su tela visioni naturalistiche ora solenni e grandiose, ora discrete e intimiste sminuzzando l’immagine in tanti tasselli vibranti di colore riconducibili sia alla tradizione impressionista che ai valori ligustici del tono e della luce. Nel frattempo diventa docente di disegno e storia dell’arte presso scuole di secondo grado di Genova e successivamente al liceo Cassini e quando, intorno alla fine degli anni ottanta, si prende una pausa dalle tele, continua la ricerca con i suoi allievi creando corsi didattici e mostre e arrivando addirittura a coinvolgerli nella creazione di un murales all’interno della scuola media Baliano documentato presso l’archivio della biblioteca Berio. Ritorna a dipingere intorno al 2005 sempre con la natura come fonte primaria di ispirazione, intesa ora proprio come rappresentazione degli elementi ancestrali quali il fuoco, l’acqua, la terra. Il paesaggio diventa prevalentemente marino, ed è soprattutto il mare di Genova città alla quale rende grande omaggio. I colori ora sono decisamente più accesi, più potenti, le campiture non più così nette perché dove un tempo il “non” colore bianco veniva usato per evidenziare le divisioni, ora è predominante, dà luce e forza e richiama, in qualche caso, il disegno sottostante. E questo nuovo uso del bianco avviene sia nei quadri naturalisti che in quelli fortemente astratti, astrattismo al quale ritorna comunque volentieri e con maestria. Artista eclettica la sua ricerca è andata anche verso la scultura, con i richiami al suo antico maestro Barbieri, e con l’incisione su ardesia che viene trattata col colore come fosse tela.