Mauro Scarpanti
Scarpanti fotografa il mare, elemento da lui fortemente amato e molto conosciuto essendo da anni un sub amatoriale, e lo rappresenta nella dimensione prettamente estiva: ritrae gli ombrelloni, le sdraio, le persone, i lidi rivieraschi, le barche. E soprattutto le spiagge.
Cosa muove questa sua ricerca? Principalmente la memoria. I ricordi delle estati dell’infanzia riaffiorano: le storie del passato ritornano e la mente le traduce in immagini. Le visioni di allora si intrecciano con le esperienze e le emozioni di oggi, i ricordi si fondono con il tempo presente in una sorta di doppia visione. Ed ecco che nascono le sue immagini così particolari. Il sommarsi delle foto di uno stesso paesaggio sono attimi catturati che, sovrapponendosi, generano un racconto che rimane sospeso nel momento soffuso del ricordo, e il ricordo non è mai nitido e definito nella mente, ma si confonde tra le reminiscenze del tempo.
Fotografie pensate come istantanee della memoria.
Le memorie che si hanno delle vacanze al mare sono ricordi spensierati e struggenti del tempo dell’infanzia e della fanciullezza che in questi lavori vengono portati al di fuori del Sé. Guardandoli puoi quasi sentire il rumore lontano delle barche ormeggiate e della risacca, il vociare delle persone e le risate dei bambini, i tuffi, gli schizzi, i venditori di cocco.
Le foto di Mauro Scarpanti, inoltre, hanno la delicatezza e la liricità di un dipinto. Alcune hanno colori vividi come quadri ad olio, dove, qua e là, spicca un elemento che ferma lo sguardo con la sua brillante cromaticità. Altre sono sfumate, delicate, quasi liquide come in un acquerello.
Mauro Scarpanti è stato pubblicato sulle riviste “Fotographia” con il lavoro: La città addormentata, e “Il Fotografo” con il reportage Brick Factory sui lavoratori nepalesi; ha esposto presso la galleria Biffi Arte di Piacenza e Spazio Tadini di Milano nel circuito del Milano Foto Festival. È finalista nel festival URBAN Photo Awards nel 2022