Grazia Giovannetti
Grazia Giovannetti nasce a Lucca nel 1932, città d’arte dove passò molto tempo con il nonno Enrico decoratore, pittore e restauratore. Nel 1969 si trasferisce in Liguria dove cresce come pittrice davanti al mare ondoso, portandosi dietro l’immagine delle dolci colline toscane. Dal 1975 vive e lavora a Lavagna (Genova) La sua ricerca verte sul rigorismo geometrico delle forme e sull’analisi della scomposizione e ricomposizione formale di moduli-cellula.
Come spesso accade, i suoi inizi sono figurativi, con la frequentazione dei corsi del prof. De Laurentis ma trova nell’assoluto della geometria l’espressione della sua poetica interiore. A partire dalle fine degli anni ’70, i suoi lavori vertono intorno allo studio di un modulo che porterà avanti negli anni in una serie infinita di varianti. E’ la casa-cellula che, come scrive Silvio Riolfo Marengo, è un’invenzione stilistica capace di operare il passaggio dal “tu” al “noi” con un linguaggio che è di architettura spaziale, artistica e spirituale. Le prime ricerche vedono il modulo-casa, scarno, lineare, riprodotto in allineamenti compatti, formalmente chiusi, giocati sui toni dei grigi che richiamano un silenzio metafisico.
Ma andando avanti con la ricerca e con la vita, si trovano opere che preludono ad una sorta di movimento con i volumi centrali sempre chiusi ma che ai bordi incominciano ad aprirsi per poi evidenziarsi nelle ultime produzioni dove c’è una vera e propria scomposizione e ricomposizione del modulo, come in una sorta di danza attuata con un ritmo musicale che aggrega e disgrega. Anche il colore cambia e si evolve trovando, dai toni dei grigi e dell’azzurro ardesia, una cromaticità più brillante e dinamica, vicino all’optical art, e, talvolta, riprendendo i colori dei bruni e dei bruciati tipici della sua terra natale. Infatti, spesso, alla tela naturale sostituisce la iuta, a dare maggior calore ad un rigorismo geometrico che, comunque, non è mai oltremodo fredda rappresentazione, ma un agire dei moti interiori dell’anima.
Citando Gino Maggio, nella sua prefazione al catalogo “ITINERARI”: “Grazia Giovannetti si confronta con l’arte sviluppando un tenace rapporto con la propria interiorità, apprendendo, giorno dopo giorno, nella sua originale maniera di essere auto-di-datta: da se stessa a se stessa”. Ed è per questo che, essendo per lei l’atto creativo un rimando al proprio mondo interiore, ha centellinato le sue esposizioni in selezionatissime gallerie e altrettanto selezionati, centri culturali.