Inaugura oggi, presso la palestra VIVO, via Gobetti 58r Genova Albaro, una mostra sperimentale che lega l’arte al movimento del corpo in tutte le sue forme. L’arte negli anni 2000 non può più essere pensata solo come espressione intima a favore di un ristretto gruppo elitario di addetti ai lavori bensì deve poter essere vista e fruita da chiunque abbia la curiosità e la voglia di approcciarvisi. E’ quindi ormai superata l’idea della “galleria” così come è comunemente intesa. L’arte, nel mondo globale di oggi, deve uscire fuori da quei luoghi e circoli chiusi. Ed è con questa idea preponderante che abbiamo voluto portare il talento di Marco Ponte in un luogo che fino ad oggi era destinato solo alla cura edonistica del corpo come una palestra. Ma anche ambienti come questi, un tempo destinati alla sola cura del fisico, sono diventati altro: un luogo di incontro e di scambio anche culturale. Nasce così la collaborazione tra “Il Circuito dell’Arte”, da un’idea di Barbara Cella, e il centro fitness “VIVO WELLNESS for LADIES” , luogo che incarna perfettamente l’idea di palestra moderna, aperta alla cura del fisico con tutti i suoi numerosi corsi pensati esclusivamente per la donna ma dove si possono anche iniziative come queste volte a coinvolgere ed interessare i clienti e non solo in ambiti diversi. La manifestazione che avverrà all’interno della palestra, si chiamerà “ARTE IN MOVIMENTO” proprio per evidenziare la fusione tra arte e movimento fisico ed è stato chiamato ad esporre uno degli esponenti di spicco dell’arte concettuale ligure, che non solo presenterà le sue opere ma, con la collaborazione dell’istruttrice di ginnastica ritmica Arianna Mirano creerà una performance all’interno della palestra con quattro atlete della società Auxilium che si ispireranno ai suoi quadri. L’arte di Marco Ponte descrive spesso tematiche di forte impatto sociale attraverso opere graficamente ineccepibili, dal tratto pulito e serico, dai colori chiusi,netti, senza sfumature, con il bianco, il nero e il rosso di mondrianiana memoria che lasciano il geometrismo formale per sciogliersi in figure dolenti e drammatiche.
Evento ideato e curato da Barbara Cella