In questa nuova personale viene presentata un’altra originale artista che fa del segno, generato dal gesto, la sua ultima ricerca formale.
Anita Chieppa ha un percorso artistico che parte dagli studi sull’acquerello orientale col maestro birmano Ko-Fa per passare poi a lavori informali corposi e materici su legno e juta con una ricerca intensa sul bianco.
Questi suoi ultimi lavori sono incentrati sullo studio del gesto che viene lasciato libero di agire, senza guida, in uno stato quasi meditativo. Sono lavori fatti su carta dove la matita, il pastello o la fusaggine, tornano a rappresentare lo “stilus”, lo strumento di raffigurazione che ha insito la proprietà di lasciare qualcosa del proprio carattere sulla superficie che segna. Diviene, quindi, il prolungamento del braccio dell’artista che, come in una condizione di rapimento, lo lascia libero di andare a percorrere strade inusuali sul supporto, così come l’acqua che scorre sul terreno.
Il risultato è un lavoro molto equilibrato, essenziale. Una sperimentazione inconsueta, incontrollata nell’immediatezza ma rivista poi con contrappunti di colore a dare equilibrio e musicalità, o con aggiunte di altri segni per un insieme giocoso di “Kandinskijana” memoria.
Presenterà, inoltre, una serie di acquerelli dove la tecnica è similare in quanto i colori sono lasciati libere di scorrere sull’acqua per poi essere gestiti, in un secondo tempo, con intenzione e volontà.
L’originalità di questi lavori sarà accompagnata da un’ altrettanto originale performance tenuta da Bruno Gussoni ai flauti e Iao Aea al basso elettrico, che, ispirati dalle opere, presenteranno una “Free Improvisation” musicale. Quest’ultimo è un genere che sfugge a tutte le classificazioni in quanto musica completamente non idiomatica, sempre diversa da se stessa, dove ritmo, armonia, melodia, vengono sostituite dal tempo, dal suono, dal silenzio, dallo spazio creando un momento unico e non più ripetibile. Poco conosciuta in Italia, è invece molto seguita e praticata nel resto del mondo.