Si è inaugurata sabato 6 agosto la personale dell’artista Paola Gais
Paola Gais porta i suoi ultimi lavori improntati sullo studio della natura e degli alberi. Un rapporto intimo, un colloquio continuo fatto di attenzione e rispetto, di studio e contatto diretto. Perché gli alberi, e in particolare gli ulivi, li ha costantemente negli occhi, sono quelli del suo giardino sulle alture di San Michele. Una vicinanza giornaliera che le ha permesso di studiarli attentamente, di curarli, di sentirli vicini, amici silenziosi che popolano abitualmente il suo sguardo.
Ed è da questo suo attento studio che sono nati i lavori che porta nella mostra “Intime e discrete presenze nel paesaggio”. Una serie di opere che raccontano il legame e l’emozione che le suscita l’elemento naturale e l’ulivo nel particolare. Legame che è paritetico con quello verso l’essere umano ed è così, infatti, che li vede e li rappresenta talvolta, umani, come se i tronchi divenissero figure antropomorfe con i rami che si protendono verso l’alto come braccia in una danza armoniosa. Perché la sua pittura parte dallo studio accademico della figura umana che via via trasforma con tratti sempre più immediati e meno naturalistici, andando verso una descrizione più immediata, meno particolareggiata, con linee marcate e pennellate veloci a sottolineare il movimento. E da quelle figure umane passa allo studio e alla descrizione dell’albero in maniera continuativa ed armonica
Lunga è la tradizione ligure del paesaggio, tanti sono gli artisti storici che hanno dipinto scorci di uliveti a picco sul mare. Paola prende questa tradizione e la trasmuta modernizzandola, la rende più introspettiva e ricca di pathos, lavora sul colore e sui volumi sottraendo la luce didascalica della tradizione per andare verso toni più cupi e metafisici. I suoi ulivi sono figure monocolori che danzano, in uno spazio indefinito.
Lavori dunque che ci riportano all’essenza di noi stessi e al legame atavico che tutti abbiamo con la Madre Terra