Redazionale per la rivista d’arte 2000 maggio 2015

A GenovaTre esposizioni in tre diverse location del capoluogo ligure, nel periodo che va da aprile a giugno , ci offrono la possibilità di ammirare un’ampia ed esaustiva panoramica dell’opera di Eugenio Carmi, artista genovese ma cosmopolita, riconosciuto per il suo lavoro a livello internazionale. A Palazzo Ducale – la mostra “Speed Limit 40” presenta un’antologia di opere che raccoglie i dipinti su tela degli anni giovanili e quelli più maturi, le tavole, le carte, ma anche le cosiddette ‘latte illustrate’, le fotografie, i video, i libri. Documenti che coprono l’intero arco della sua attività artistica, dalla fine degli anni ’40 al 2013. Al Museo d’arte contemporanea di Villa Croce viene presentata più dettagliatamente l’opera grafica. Un’esposizione molto suggestiva dal titolo “La tecnologia non c’entra!”, che rende omaggio al Carmi ‘fabbricante di immagini’, come lui stesso ha sempre amato definirsi. “L’esperienza grafica di Eugenio Carmi è stata fortemente innovativa e sperimentale. Basti pensare all’attività di art director dell’Italsider dal 1956 al 1965 che lo ha portato a progettare, con sorprendente modernità, l’immagine coordinata dell’azienda”. Il lavoro grafico di Carmi ha toccato anche l’illustrazione di libri per bambini e a metà degli anni Sessanta vedono la luce le illustrazioni per due favole di Umberto Eco edite dalla casa editrice Bompiani. Per finire, sempre in occasione della mostra antologica allestita nella Loggia degli Abati di Palazzo Ducale, la galleria genovese Martini & Ronchetti, con la mostra intitolata “Dalla carta al metallo. Opere 1956 – 1962”, presenta cinquanta lavori inediti, di cui quaranta collages e dieci oggetti in ferro smaltato. Coerentemente con la linea di ricerca della Galleria, che da oltre quarant’anni investiga i punti nodali della storia dell’arte, viene approfondito un momento importante di sperimentazione nella produzione artistica di Carmi: le opere esposte coprono un periodo, che va dal 1956 al 1962, in cui l’artista, come ha dichiarato Umberto Eco, “sovrappone una tendenza geometrica latente alle influenze dell’informale”. Questa tendenza si concretizza in una forma ovale, motivo che spesso ritorna nei disegni di Carmi, soprattutto in quelli del 1957 e rimanda alla forma che l’artista aveva scelto per realizzare il manifesto della XI Triennale di Milano dello stesso anno, uno dei primi esempi di manifesto astratto in Italia.