Redazionale per la rivista d’arte 2000 maggio 2015

La cooperativa Galleria del Deposito nasce da un’idea dell’artista Eugenio Carmi con lo scopo di offrire un’alternativa alle logiche commerciali del mercato dell’arte e di creare un polo artistico e culturale a livello internazionale. Il punto è essenzialmente realizzare e veicolare un’arte accessibile a un pubblico molto più vasto del consueto. Luzzati, Costantini e soprattutto il giornalista Popi Fedeli – con il quale Carmi condivideva l’esperienza dell’Italsider – abbracciano subito l’iniziativa e Il 3 settembre 1963, si costituisce Il Gruppo Cooperativo di Boccadasse nell’antico borgo genovese omonimo, dove Carmi viveva e aveva il suo studio.Nel frattempo aderiscono al progetto altri esponenti del mondo della cultura e dell’arte visiva come Flavio Costantini, Achille Perilli, Kiky Vices Vinci, lo scenografo e artista Emanuele Luzzati, il critico Bruno Alfieri e numerosi esponenti del mondo artistico e intellettuale.Genova in quegli anni stava attraversando una fase di sviluppo industriale ed economico in cui la neonata Italsider, sotto la direzione di Gian Lupo Osti, svolgeva un ruolo trainante. Nel contempo, stava anche vivendo un periodo di intenso fervore culturale sul piano teatrale con lo Stabile di Ivo Chiesa e musicale con l’affermazione di cantautori come Gino Paoli, Luigi Tenco, Fabrizio De André. Nell’editoria spiccavano le iniziative di Umberto Silva e l’attività di riviste come Nuova Corrente e Marcatré, quest’ultima destinata a divenire, in prosieguo, l’organo ufficioso della neoavanguardia italiana. E’ in questo periodo storico di grande fermento che il 23 novembre del 1963 la cooperativa inaugura la Galleria del Deposito, così chiamata perché la sede è un ex deposito di carbone affacciato direttamente sulla spiaggia dove attraccano le barche dei pescatori. Il Deposito apre al pubblico con Sedici quadri in blu, collettiva curata da Gillo Dorfles. Gli artisti presenti in mostra appartengono a correnti diverse e, addirittura, a fianco delle rigorose astrazioni, compare anche un’opera di Marc Chagall. L’intento, infatti, non è quello di creare una nuova tendenza nell’arte, ma piuttosto di creare un percorso fatto di affinità emozionali, attraverso l’opera di artisti contemporanei, molto spesso d’avanguardia. Il Deposito, oltre alle mostre di opere originali a cadenza mensile, è in assoluto la prima realtà italiana a produrre e immettere nel mercato i Multipli, sculture seriali e in dimensioni ridotte, quindi a prezzi accessibili. Per un certo periodo i Multipli sono esposti e venduti anche nei grandi magazzini, sia in Italia che all’estero, con lo scopo di raggiungere un pubblico più diversificato e di far entrare l’arte nella vita di tutti i giorni arrivando anche negli Stati Uniti. Carmi coinvolge nell’iniziativa del Deposito molti esponenti della scena artistica e culturale internazionale contemporanea che sente affini allo spirito del gruppo e, nel corso degli anni, i soci della cooperativa aumentano di numero, così come gli artisti che collaborano dall’esterno. Nell’ottica dei multipli, che sono comunque esclusivamente opere d’arte, il Deposito produce anche foulards, vassoi in acciaio smaltato e grafiche, firmati dagli artisti. Le serigrafie, che Carmi aveva affidato alla tecnica del serigrafo jugoslavo Brano Horvat, non erano ancora considerate una forma di opera d’arte e, anch’esse, permettevano quindi la diffusione di un’arte seriale, in questo caso caratterizzata da colori decisi e compatti. Il Deposito, nel 1968, partecipa anche alla mostra Ars Multiplicata del Wallraf-Richartz Museum di Colonia. Sarà l’ultima esperienza prima di sciogliersi.