Liliana Bastia è nuovamente al PEPE NERO di Pietrasanta con una nuova esposizione riguardante una ricerca su Garcia Lorca. Nel 1936 Pablo Neruda scriveva: ” L’assassinio di Federico Garcia Lorca fu per me l’avvenimento più doloroso di un lungo combattimento. La Spagna è sempre stata un campo di gladiatori, una terra con molto sangue. L’arena con il suo sacrificio e la sua crudele eleganza, ripete l’antica lotta mortale fra l’ombra e la luce.” In queste opere ispirate alla poesia di Garcia Lorca, ci ripropone l’immagine del Toro andando oltre la lotta, come un esorcismo, una catarsi. Concetto ben espresso, nello scritto sul suo lavoro, da Ada Cortese. “……La Bastia è posseduta da un daimon che la sa nutrire e fecondare in abbondanza di creatività mai uguale a se stessa. Il ripetersi del tema, proprio in questo iterarsi, ci fa assistere, live, alla grande passione che, simmetricamente e nella più assoluta reciprocità il daimon vive per la nostra artista. Il Toro è la spinta alla libertà assoluta. E’ animale primordiale su cui poggia il mondo, è simbolo sia della maschile vigorosità e della bovina e lunare disponibilità alla fecondazione spirituale. Ogni ambivalenza è in esso. Osiride, dio lunare, fu raffigurato come toro. Venere ha il suo domicilio nel segno del toro. La sua possanza di forme, il suo estendersi in orizzontale con peso, grossezza, stabilità e solidità si sposano alla gloria di Venere generatrice, palpitante di istinto e sensorialità anelante all’ebbrezza dionisiaca. Il sacrificio del toro e il battesimo del suo sangue simboleggiano nei miti e antichi riti iniziatici il governo sulle passioni e la rinascita ad una nuova vita spirituale….” Mostra curata da Barbara Cella. Sono intervenuti Barbara Cella, Ada Cortese, Demetrio Brandi.